Territorio di Riva Ligure
Alcuni rinvenimenti preistorici sul monte Grange, posto al confine occidentale
del comune, hanno fatto presupporre agli storici che questa zona fu già abitata
o conosciuta dall'Età del bronzo e solo in epoca romana la popolazione
si spinse sulla costa.
A partire dall'anno 1000 si segnalò la presenza dei Monaci Benedettini
del vicino monastero di Santo Stefano al Mare che diedero il via alle prime coltivazioni
della terra e più volte ebbero a scontrarsi con i signori locali dei feudi
vicini come i marchesi di Clavesana, signori feudali di Taggia, o i Lengueglia
rivendicanti i diritti dei borghi di Cipressa e Terzorio.
Nel corso del XIV secolo la popolazione si spinse maggiormente sulla costa fondando
nuove comunità come quella di Riva. La famiglia D'Oria diverrà in
questo secolo proprietaria dell'intera zona detta Valleregia, antica zona dove
i Benedettini iniziarono la loro opera di coltivazione, cedendola al Comune di
Genova nel 1353; la Repubblica di Genova sottoporrà l'abitato di Riva
nella neo costituita Podesteria di Taggia.
Intorno al XV secolo Riva di Taggia, così fu denominata dopo l'inglobamento
in territorio taggese, fu un'importante e il principale scalo marittimo della
stessa Taggia grazie ai numerosi cantieri navali e altre attività legate
al mare. Nella seconda metà del XVI secolo le frequenti invasioni dei
pirati barbareschi, porteranno allo spopolamento del borgo rivese causando inevitabilmente
l'abbandono dello scalo marinaro.
Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il
Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della Repubblica Ligure,
e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Con l'avvento dell'Unità d'Italia
Riva diverrà comune autonomo da Taggia.
Tra i monumenti religiosi, si segnalano il Santuario della Madonna del Buon Consiglio,
la prima citazione del quale è risalente al 1205, e l' Oratorio di San
Giovanni Battista, situato attiguo alla chiesa parrocchiale, che risale molto
probabilmente al XVII secolo.
Molto interessante è la Torre barbaresca; la costruzione di una torre
d'avvistamento si rese necessaria a causa delle frequenti invasioni dei pirati
barbareschi nel XVI secolo. Ogni invasione terminava quasi sempre con violente
razzie se non il rapimento degli stessi abitanti o l'incendiare delle abitazioni.
Inizialmente le risorse economiche del borgo non permisero l'immediata costruzione
di una postazione difensiva o di avvertimento, aggravata inoltre per il pagamento
di diverse tasse per la costruzione delle mura della vicina Taggia. Nel 1546
Taggia accettò la cessazione dei contributi rivesi, a patto che si procedesse
alla costruzione di una fortificazione sul posto mettendo così in sicurezza
la costa. Intorno al 1559 l'introito di una tassa sulla scrittura dei documenti
nel borgo di Triora permise l'inizio dei lavori .
Tra il 1839 e il 1840, durante i lavori per l'allargamento della strada carrozzabile
vi fu il ritrovamento di alcune tracce archeologiche nell'area dell'antica
Costa Balenae di Capo Don. Altri scavi archeologici sono stati effettuati negli
anni 1923, 1937 e nel 1943 e proprio in questo anno risale la scoperta di un
antico pavimento a mosaico demolito in seguito per la costruzione delle barriere
difensive lungo la costa; nuovi scavi più recenti sono stati compiuti
nel 1982 e nel 1987.
Il termine Costa Balenae, secondo quanto riportato dagli storici, è presente
in molte carte ed itinerari geografici risalenti all'Impero romano e molto
probabilmente riferito ad un centro di appoggio, identificato vicino all'approdo
fluviale del torrente Argentina, alla viabilità imperiale romana lungo
la costa della riviera ponentina. Il toponimo potrebbe derivare dalla divinità ligure
Bellenus, ma ancora oggi non esistono fonti precise sul reale significato del
nome.
Negli scavi sono state rinvenute tracce di antichi edifici di culto legati
alla religiosità cristiana quali una chiesa e un battistero; quest'ultimo
presenta una pianta ottagonale e con struttura molto simile a quello presente
nel centro storico di Albenga. Inoltre sono state scoperte alcune tombe in
pietra risalenti al VI secolo e altre legate al dominio dei Bizantini in Liguria
del VII secolo.
Ancora oggi misterioso è la fine dell'antico insediamento romano, secondo
gli studiosi fu distrutto forse dai Longobardi del re Rotari quando nel 643
assunsero il controllo della Liguria.
La principale risorsa economica del comune è legata soprattutto al turismo vacanziero, specie nel periodo estivo. Anticamente l'agricoltura costituì una forte rendita economica grazie alla coltivazione dei garofani, margherite, Riva Ligure è stato un importante centro per la floricoltura di serra e all'aperto.
Riva Ligure è situata lungo la Strada Provinciale1 Aurelia. Il comune
non è raggiungibile direttamente tramite autostrada e il casello autostradale
di Arma di Taggia sull'Autostrada A10 è l'uscita consigliata per raggiungere
la destinazione.
La stazione ferroviaria più vicina è quella di Taggia - Arma
sulla linea ferroviaria Ventimiglia – Genova nel tratto locale compreso
tra Ventimiglia e Savona.